Rimuovere l’amianto e smaltirlo correttamente

Rimuovere l’amianto e smaltirlo correttamente


Perché bisogna rimuovere l’amianto e come si smaltisce nel modo corretto? Devo farlo per forza e quali sono i costi? Queste forse sono le domande che affollano la vostra mente se vi è stato detto di rimuoverlo da un edificio oppure se sapete che dovreste farlo, ma avete timore che sia un lavoro costoso e complicato. In questo articolo vi spiegheremo perché si deve togliere, come fare e quali sono le agevolazioni che ha previsto lo Stato.

Cos’è e perché si deve rimuovere l’amianto dagli edifici

L’amianto è un’insieme di minerali di consistenza fibrosa appartenenti ai silicati ed è altamente cancerogeno. In passato era utilizzato in modo intensivo come materiale da costruzione, veniva anche aggiunto alle vernici e nel cemento per le sue proprietà isolanti e coibentanti. Negli anni ’60 però ha iniziato ad essere associato a molte diagnosi di cancro e ad essere quindi considerato un materiale tossico. Le sue fibre sottilissime finivano se inalate e iniziavano a dare problemi respiratori anche gravi. Ma questo solo 15-30 dopo al momento dell’esposizione, forse anche per questo motivo ci è voluto tanto prima che fosse effettivamente qualificato come materiale pericoloso.

Rimuovere l'amianto: una vecchia cava di amianto
Nella foto una vecchia cava dove veniva estratto l’amianto nel periodo in cui poteva ancora essere utilizzato

Si è dovuto aspettare diversi anni, ma, finalmente, dal 1992 è stato vietato per legge il suo uso nelle nuove costruzioni. Da quella data in poi si è provveduto, lentamente, a rimuoverlo anche dai vecchi edifici, ancora oggi infatti è possibile trovarlo in alcune strutture.  Il problema principale dell’amianto è che, inglobato com’è nelle impalcature di cemento, può rimanere inoffensivo per anni, ma poi quando inizia a sgretolarsi diventa pericoloso. Per questo deve essere rimosso anche in edifici che si presentano ancora integri.

Oggi al posto dell’amianto e dell’eternit (il composto di amianto e cemento) si utilizza il fibrocemento ecologico: molto resistente anche questo, ma del tutto innocuo per la nostra salute.

Quando bisogna rimuovere l’amianto?

Secondo la legge è obbligatorio rimuovere l’amianto solo se si presenta in uno stato friabile e sopratutto se il manufatto è in condizioni di degrado. Ma il consiglio è di rimuoverlo comunque appena possibile, perché non ci sono segnali che indicano quando potrebbe iniziare a disgregarsi.

Ricordate che è necessario contattare una ditta specializzata e non è possibile eseguire la rimozione da soli, anche se si trattasse di un semplice tetto di un capanno, la rimozione fai da te potrebbe costarvi problemi polmonari in futuro.

Per rimuovere l’amianto è necessario quindi contattare un servizio certificato in materia, questi faranno anche una valutazione del rischio e dei costi. Trenta giorni prima che venga effettuato il lavoro di rimozione si occuperanno anche di richiedere l’autorizzazione all’ASL per poter procedere con l’inizio dei lavori in tutta sicurezza.

smaltire lamianto
Nei nuovi edifici oggi si utilizza un sostituto dell’amianto chiamato fibrocemento ecologico

A questo punto la ditta potrà iniziare la rimozione ricoprendo l’amianto o l’eternit con dei prodotti appositi che ne evitano la dispersione, poi saranno sanificate le superfici circostanti e infine il materiale rimosso sarà trasportato in una discarica apposita.

Costi e smaltimento

Purtroppo non è possibile fare una stima dei costi perché l’amianto è possibile trovarlo in varie forme e in differenti quantità in base all’edificio che si vuole bonificare. Tuttavia una buona notizia c’è. Esiste una detrazione fiscale per chi effettua i lavori di bonifica e smaltimento su beni e strutture presenti sul suolo italiano. Il bonus è pari al 50% del costo, e sarà scalato dalle tasse in tre quote annuali. La detrazione però non terrà conto delle spese effettuate per ricostruire la copertura dei tetti e per tutti gli altri lavori conseguenti la rimozione dell’amianto.