La diversificazione energetica è una strategia fondamentale per ottenere l’indipendenza energetica e per guardare verso un futuro più sostenibile. Scopriamola insieme.
Indipendenza energetica
Mai come in questi ultimi mesi a ridosso dell’imminente inverno si è parlato di indipendenza energetica. L’indipendenza energetica è uno degli obiettivi più importanti dell’Unione Europea ma, a causa della crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina, il problema è diventato più importante che mai.
La diversificazione energetica è una delle strategie adottate per raggiungere, appunto, l’indipendenza energetica, insieme alla sostenibilità ambientale e alla svolta green.
Per raggiungere l’indipendenza energetica dobbiamo passare per la transizione energetica. In questo periodo transitorio si cercano soluzione alternative per sganciarsi dal gas e dai combustibili fossili.
Cos’è la diversificazione energetica
Nonostante trovare una definizione specifica per il termine diversificazione energetica, possiamo dire che essa è l’azione di una nazione che utilizza più fonti energetiche, eliminando in questo modo la dipendenza da una singola fonte d’energia.
“Diversificare vuol dire anche ampliare il riferimento dei fornitori e non dipendere da un solo paese” – Claudio Descalzi, CEO ENI.
Nonostante la definizione di per sé non indica esclusivamente le fonti rinnovabili, ma potrebbe riferirsi anche alle non rinnovabili, è sottointeso che si cerchi di utilizzare quasi esclusivamente le prime. Negli ultimi tempi, infatti, diversificazione va a braccetto con sostenibilità.
Nasce per rafforzare l’economia
Come dicevamo negli ultimi tempi, quando si parla di energia si parla di sostenibilità. Tuttavia, la diversificazione energetica non è nata con questo scopo, bensì con lo scopo di rafforzare la sicurezza energetica e l’economia di una singola nazione.
Il periodo storico che stiamo vivendo spiega chiaramente il concetto. La dipendenza energetica dalla Russia ha creato una crisi energetica ed economica senza precedenti, nonché il rischio concreto di rimanere senza fonti d’energia per l’inverno.
Con una strategia di diversificazione energetica si evita il rischio di finire sotto il controllo di un’altra nazione, la quale ottiene un monopolio sulle risorse energetiche dell’altra nazione.
Strategie di diversificazione energetica
Tra le strategie di diversificazione energetica, per quanto riguarda il gas, spuntano diverse opzioni: le bioraffinerie, l’idrogeno e il biometano.
In particolare ci sono grandi aspettative per l’idrogeno, il quale potrebbe essere la soluzione concreta per l’Europa di smettere di utilizzare i combustibili fossili. Tuttavia, i processi utilizzati al momento per creare idrogeno utilizzano combustibili fossili.
L’Unione Europea pensa poi a una soluzione che prevede lo stoccaggio energetico. Il ministero dello sviluppo economico ha stabilito che ogni nazione dovrà portare i propri siti di stoccaggio al 90% della loro capacità. Si tratta di “un cuscinetto di sicurezza che aiuterà a sopperire ai picchi della domanda”.
Nelle strategie di diversificazione energetica si è parlato poi, ovviamente, delle energie rinnovabili, in particolar modo del fotovoltaico e degli aiuti che servono ad accelerare l’installazione di quest’ultimi.
La situazione in Italia
L’Italia è tra i paesi più duramente colpiti dalla crisi energetica e si trova in questo momento a pensare alle strategie di diversificazione energetica.
Ci sono diversi progetti in merito, come il bando Agrisolare, lo sviluppo delle comunità energetiche, lo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento. Quest’ultimo gioca un ruolo fondamentale nella transizione energetica, per aumentare l’efficienza delle energie rinnovabili e ridurre le emissioni. C’è, inoltre, il progetto che prevede la costruzione di nuovi impianti di produzione di biometano.
Il progetto che prevede l’agro voltaico è, infine, molto ambizioso che propone di migliorare le prestazioni ambientali e di rendere l’agricoltura più competitiva, riducendo i costi energetici.