Oggi parliamo di edilizia sociale, una tipologia di intervento immobiliare rivolto al ceto medio basso. Non si tratta di edilizia popolare, ma è un aiuto concreto a coloro che non possono permettersi di acquistare una casa e non posso sottoscrivere un mutuo. Scopriamo insieme cos’è e come funziona.
Cos’è l’edilizia sociale
L’edilizia sociale, o edilizia residenziale sociale, o edilizia abitativa sociale è un intervento immobiliare rivolto al ceto medio. Possono accedervi le famiglie che il cui reddito è insufficiente per l’acquisto di un’immobile, ma troppo elevato per accedere all’edilizia popolare.
Questa tipologia di immobili è gestita da una cooperazione tra privati e pubblici e spesso coesistono con l’edilizia popolare. In uno stesso complesso, infatti, possiamo trovare alloggi popolari, gestiti esclusivamente da enti pubblici, e alloggi sociali, gestiti fondazioni, cooperative o società di gestione del risparmio ed enti pubblici.
A chi si rivolge
Essa si rivolge a famiglie o giovani coppie del ceto medio. I quali non possono permettersi di acquistare una casa a prezzo di mercato e non riescono ad accendere un mutuo, ma che hanno d’altro canto un reddito troppo alto per accedere all’edilizia popolare.
Questi possono essere lavoratori non assunti a tempo indeterminato, elemento essenziale per accendere un mutuo. Ma anche studenti o immigrati.
Possiamo racchiuderli in queste categorie: nuclei familiari con reddito basso, giovani coppie, anziani in condizioni economiche svantaggiate, studenti fuorisede.
Come funziona l’edilizia sociale
Possiamo collocare l’edilizia sociale a metà strada tra l’edilizia popolare e il normale mercato immobiliare. Con questa tipologia immobiliare si vuole perseguire l’obiettivo di fornire un alloggio adeguato a chiunque.
L’obiettivo è quello di affittare una casa a un canone che non deve superare il 30% dello stipendio. Normalmente, il ceto medio, affitta una casa a un canone molto superiore di questo.
Inoltre, si persegue l’obiettivo di creare nuovi spazi dove la comunità possa crescere, integrarsi e svilupparsi.
Quando si parla di immobiliare sociale più che di “acquisto” o “assegnazione” di un’immobile dovremmo parlare di affitto permanente. Questo è, infatti, il modus operandi di questa categoria immobiliare.
I vantaggi dell’edilizia sociale
I vantaggi non si riscontrano solamente per quelle famiglie che riescono ad avere una casa che si colloca a metà tra l’edilizia popolare e il normale mercato immobiliare, ma anche per tutta la comunità.
Soprattutto in questo periodo di grave crisi economica, infatti, l’edilizia sociale è un rimedio contro la disuguaglianza abitativa e combatte l’esclusione sociale. Inoltre, essa persegue l’efficacia produttiva, contribuisce al risparmio energetico, rappresenta un’opportunità economica per tutta la comunità.
Dove in Italia
Ora, però, dobbiamo parlare di un argomento tanto importante quanto spinoso: dove è già in atto l’edilizia sociale. Purtroppo, non in tutta Italia.
Essa è organizzata dalle regioni e non dallo Stato, ciò vuol dire che troveremo molte disuguaglianze da una regione all’altra.
I requisiti per accedere agli alloggi sociali sono disposti dalle regioni, ma messi in atto dai singoli comuni, il che complica ulteriormente la burocrazia, ma d’altronde è lo stesso modo con cui avviene l’assegnazione degli alloggi popolari.
Ma a differenza dell’edilizia popolare, quella sociale è in mano alle regioni, ma gestita da privati. Alcune organizzazioni sono riuscite a prendere in mano la situazione e a rendere gli alloggi sociali una realtà. Tra i pionieri del settore ci sono la Cassa depositi e prestiti, la Regione Lombardia, il Comune di Milano, la Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo, con il progetto Programma Housing.