Nell’ambito delle certificazioni per la bioedilizia, la più conosciuta, autorevole e diffusa nel mondo è, senza dubbio, la LEED. Scopriamo insieme di cosa si tratta e quali sono i criteri per ottenerla.
Che cos’è la certificazione LEED
La certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è uno standard di certificazione energetica e sostenibilità. Si tratta di un modello americano ed è il più diffuso al mondo.
La certificazione è applicabile a qualsiasi tipo di edificio, sia esso commerciale che residenziale e include tutta la vita dell’edificio, dalla progettazione alla costruzione.
LEED è un programma volontario, ciò vuol dire che nessuna zona o condizione richiede questo standard come obbligatorio. Ottenerla conferisce solamente un valore aggiunto all’edificio, valore riconosciuto a livello internazionale.
Attualmente il modello LEED è diffuso in 40 diversi paesi nel mondo e si sta sempre più affermando come lo standard mondiale unico per le costruzioni eco-compatibili.
LEED promuove la sostenibilità
Ovviamente, l’approccio incoraggiato dalla certificazione LEED è un modello di vita più sostenibile ed eco-compatibile. Per farlo si riconoscono qualità in settori chiave, quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, la qualità ecologica di interni ed esterni, i materiali e le risorse utilizzate, la scelta del sito per la costruzione dell’edificio.
Tutti gli strumenti e le caratteristiche che rendono questa costruzione green, insomma. Le quali sono tutte caratteristiche che forniscono altresì un valore aggiunto all’edificio, in favore dell’ambiente e della vivibilità.
Cosa viene valutato
Detto ciò, per il rilascio di tale certificazione, vanno valutati diversi fattori che riguardano l’edificio. Essi si dividono in quattro categorie:
- L’impatto ambientale,
- Impatto economico,
- L’impatto sociale,
- L’impatto sulla salute.
Il tutto tenendo conto di tutto il ciclo di vita dell’edificio, a partire dalla sua progettazione.
Le valutazioni osservano, inoltre, tutta una serie di elementi e caratteristiche, che comprendono otto categorie:
- LT: Trasporto e ubicazione,
- SS: Sostenibilità del Sito,
- WE: Efficienza risorse idriche,
- EA: Energia e Atmosfera,
- MR: Materiali e Risorse,
- IEQ: Qualità degli ambienti interni,
- I: Innovazione,
- PR: Priorità Regionale.
I punteggi
Ora, tenendo conto di tutto quello che abbiamo detto, la certificazione LEED assegna un punteggio che va da 0 a 110.
I punti vengono assegnati in base alle caratteristiche di ogni requisito da soddisfare. L’importanza di tali requisiti può variare. Ma in linea di massima il più importante è sempre quello che riguarda l’efficienza energetica dell’edificio. Per poi passare alla qualità degli ambienti interni, all’ubicazione e al trasporto, ai materiali e alle risorse, alla gestione dell’acqua, alla sostenibilità del sito, all’innovazione e, per finire, alle priorità regionali.
Il minimo punteggio da ottenere per una certificazione è 40. Con questo punteggio si ottiene una certificazione LEED base (che va da 40 ai 49 punti).
Dopodiché ci sono altri tre livelli di certificazione: la certificazione Silver, che va da 50 a 59, la Gold, che va da 60 a 79, e, per finire, la Platinum, che va da 80 a 110.
Come ottenere la certificazione
L’iter da seguire per ottenere la certificazione LEED è il seguente.
Innanzitutto dobbiamo identificare la tipologia dell’edificio e la sua ubicazione. L’edificio può essere un nuovo immobile, un vecchio immobile restaurato, scuole, negozi, ospedali o un lavoro di edilizia residenziale.
Fatto ciò possiamo provare a fare un pre-test del nostro progetto, per capirne le reali potenzialità. Questo test assegnerà al progetto dei crediti che ci rimanderanno ad una delle certificazioni LEED che potremmo essere in grado di ottenere.
Scoperte le reali potenzialità della nostra costruzione possiamo passare all’opera, registrando il progetto sul sito di LEED e fornendo tutte le informazioni e le documentazioni necessarie. Se tutto va come deve andare otterremo la nostra certificazione.