L’interruttore differenziale, comunemente chiamato salvavita, è un dispositivo elettronico molto importante per l’impianto elettrico ed è obbligatorio per legge. Ma perché è importante? Scopriamolo insieme.
Salvavita: il nome
Diciamo che chiunque, anche chi non ha mai visto un impianto elettrico in vita sua, capisce che il salvavita importante. Sarà per questo che gli è stato dato questo nome. Nel gergo tecnico viene chiamato interruttore differenziale, ma chi non è esperto non penserebbe mai che sia un dispositivo in grado di salvare una persona.
Dire che questo dispositivo possa salvare una vita forse può sembrare esagerato. Ma basti pensare a quante persone sono morte fulminate (mentre erano attaccate alle vecchie radio, ad esempio) in tempi remoti, quando gli impianti elettrici non erano messi in sicurezza.
Quel che è certo è che si tratta di un dispositivo in grado di salvare (quasi sempre) tutti i dispositivi elettronici e gli elettrodomestici attaccati all’impianto elettrico e, di conseguenza, anche gli esseri umani attaccati ad essi.
Salvavita: cos’è…
Possiamo, quindi, dire che il salvavita è un dispositivo di sicurezza di un impianto elettrico, in grado di interrompere in maniera istantanea il flusso di energia elettrica, in caso di guasti o incidenti.
Il salvavita completa l’impianto elettrico insieme al contatore. Esso è in grado di interrompere il flusso di energia qualora si verificassero situazioni pericolose per l’immobile, per i dispositivi elettrici o per le persone.
… e come funziona
Per capire in maniera semplice come funziona il salvavita bisogna analizzare il suo secondo nome, ovvero interruttore differenziale.
Nel gergo tecnico, infatti, questo dispositivo elettrico prende il nome di interruttore differenziale perché è in grado di percepire la differenza tra la corrente elettrica in entrata e quella in uscita. Se la differenza è superiore a una determinata soglia l’impianto elettrico si blocca. Comunemente si dice “il salvavita scatta” e quindi stacca la corrente elettrica a tutto l’impianto.
Le due componenti del salvavita
Il salvavita è composto principalmente da due parti: il relè differenziale e l’interruttore magnetico.
Il relè differenziale controlla la corrente elettrica in entrata e in uscita ed evidenzia eventuali dispersioni di corrente, proprio attraverso la differenza tra le due.
L’interruttore magnetico, invece, evidenzia un eventuale cortocircuito. Ciò si può verificare a causa di un sovraccarico elettrico o un contatto con parti in tensione. Questo può semplicemente verificarsi se si attacca all’impianto elettrico un elettrodomestico guasto, ad esempio.
Come collegarlo e capire se funziona
Collegare il salvavita non è un’operazione esageratamente complessa, ma sarebbe sempre e comunque opportuno che sia un tecnico esperto a farla.
Ovviamente, la prima cosa da fare ogni volta che si lavora sull’impianto elettrico è chiudere l’interruttore elettrico generale. Dopodiché rimuoviamo il coperchio del contatore e verifichiamo con un cercafase se ci sia tensione su un qualsiasi cavo. Per collegare il dispositivo dobbiamo inserire i cavi in entrata e in uscita.
Fatto ciò richiudiamo il contatore e riattiviamo l’interruttore elettrico generale. A questo punto, possiamo passare alla fase testa, la quale si avvia cliccando sul tasto T.
Se l’interruttore è stato installato correttamente il flusso di corrente si interromperà immediatamente, esattamente come succederebbe in caso di guasto.
La fase di test può essere effettuata in qualsiasi momento, così saremo sempre in grado di vedere se il nostro salvavita funziona correttamente o se è stato per qualche motivo danneggiato. In caso non dovesse scattare la corrente c’è un problema: il salvavita è stato installato in modo sbagliato o è danneggiato. In quest’ultimo caso dobbiamo provvedere a sostituirlo.