Le polveri da cantiere, chiamate polveri respirabili inerti sono potenzialmente per i lavoratori ed è fondamentale salvaguardare la salute di quest’ultimi. Vediamo insieme cosa dicono le normative a riguardo e cosa possiamo fare per ridurre al minimo i rischi.
Cosa sono le polveri da cantiere (o polveri respirabili inerti)
Le polveri inerti, o PNOR (Particulates not otherwise regulated), sono una categoria di polveri da cantiere che possono essere inalate dai lavoratori con danni più o meno gravi per la salute di quest’ultimi.
Esse sono costituite da particelle solubili o non solubili, aerodisperse, prive di valore ponderale e non tossiche. Le polveri inerti derivano dalla lavorazione di diversi materiali da cantiere: carbone, ferro, stagno, caolino, cemento, pietre, ecc.
Nonostante queste tipologie di polveri sono considerate a bassa tossicità possono causare comunque danni alla salute del lavoratore.
Rischi per la salute del lavoratore
Queste particelle, infatti, vengono respirate e per questo possono comportare diversi problemi di salute. Esse possono portare allo sviluppo di processi infiammatori delle vie respiratorie, irritazioni alle vie aeree superiori, riniti, asme, ecc.
Queste patologie con il tempo possono evolvere in condizioni più gravi, come malattie croniche che consistono in difficoltà respiratorie, minor resistenza agli sforzi fisici, problemi all’apparato cardiocircolatorio, ecc.
Le polveri da cantiere o polveri inerti sono considerate non cancerogene. Nonostante ciò, le patologie da esse derivanti possono condurre a una disabilità lavorativa.
Materiale inerte e polveri respirabili
Il materiale di scarto che possiamo trovare nei cantieri è divisibile in materiale inerte e polveri sospese.
Il materiale inerte è costituito da prodotti di scarto e si tratta di materiali che non subiscono un cambiamento fisico.
Le polveri sospese, invece, sono particelle rilasciate in aria che diventano sospese e prendono il nome di PTS (particolato totale sospeso). Le polveri sospese possono essere polvere, fuliggine, cenere, polline, ecc.).
Polveri da cantiere: cosa dice la normativa
I rischi generati dalle polveri da cantiere sono reali e sono regolamentati nel TUSL (il Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro).
In particolare, esse sono regolamentate nel Titolo IX, sostanze pericolose:
- Capitolo I: protezione da agenti chimici.
- Capitolo II: protezione da agenti cancerogeni e mutageni.
- Capitolo III: protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto.
Valutazione dei rischi
Le normali polveri inerti fanno parte del Capitolo I, ciò fa di esse non cancerogene, ma comunque potenzialmente pericolose.
Possiamo dividere le polveri in polveri grossolane e polveri sottili.
Le polveri grossolane sono di 10 mg/m3 e sono dette di frazione granulometrica inalabile, ovvero sono composte da particelle inalabili attraverso naso e bocca che possono intaccare le alte vie respiratorie.
Le polveri sottili, invece, sono di 3 mg/m3 e sono dette di frazione granulometrica respirabile, ovvero sono composte da particelle respirabili che possono raggiungere i polmoni.
Come ridurre i rischi delle polveri da cantiere
Per ridurre al minimo i rischi derivanti dalle polveri inerti è sufficiente seguire alcuni semplici accorgimenti, come:
- Fornire i DPI efficaci.
- Utilizzare sistemi di abbattimento delle polveri
- Formare adeguatamente il personale.
- Sottoporre il personale a sorveglianza sanitaria.
- Compilare il registro esposizione: nel quale sono riportati eventuali agenti chimici, cancerogeni o mutageni.
- Utilizzare un cannone nebulizzatore o un impianto di nebulizzazione.
Il cannone nebulizzatore o gli impianti di nebulizzazione vengono utilizzati per tenere sotto controllo la presenza di polveri da cantiere respirabili sui luoghi di lavoro. Essi umidificano l’ambiente, i materiali e il terreno circostante, in modo da evitare che le polveri sottili si dispargano nell’aria.