A partire dal Decreto Sviluppo del 2012 si è aperta una strada a favore della moneta elettronica, incentivandola anche per permettere di rendere i pagamenti più facilmente tracciabili. Il tutto nella speranza di ridurre l’evasione fiscale. Ora però il POS è diventato obbligatorio, scopriamo perché e cosa dice la legge.
POS obbligatorio
Il POS è l’acronimo di Point of Sale, ed è un dispositivo elettronico che permette di realizzare pagamenti elettronici. Questo è possibile con carte di debito, di credito ma anche con carte prepagate.
Il POS permette di agevolare i clienti che non devono così avere sempre a portata di mano il denaro contante nel portafoglio, in più aumenta la tranciabilità dei pagamenti scoraggiando l’evasione fiscale. Inizialmente c’era una deroga all’obbligatorietà di avere il POS, infatti si potevano rifiutare i pagamenti per cifre inferiori ai 10 euro, successivamente, con la Legge 208/2015 di Stabilità del 2016, tale limite è stato ridotto a 5 euro.
Il Decreto Sviluppo bis del dicembre del 2012 aveva cercato di far aumentare l’utilizzo della moneta elettronica, proprio nell’ottica di scoraggiare l’evasione fiscale. Contestualmente era stata introdotta anche una normativa antiriciclaggio che sanciva il divieto assoluto di effettuare qualsiasi pagamento con cartamoneta per cifre superiori al 999,99 euro. Inoltre non era più possibile rilasciare titoli al portatore per importi superiori o uguali a 1000 euro. Questo limite sarà però aumentato però arrivando alla somma di 2000 euro con la nuova Legge di Bilancio del 2020.
La bozza della nuova legge del 2020 avrebbe introdotto l’obbligo del POS per le attività commerciali. In particolare la multa sarebbe stata applicata per tutti i pagamenti rifiutati per un ammontare che arrivava fino a 30 euro, eliminando di fatto la soglia minima di pagamento che si poteva rifiutare.
L’obbligo del POS si sarebbe trasformato così nell’obbligo di accettare pagamenti con la moneta elettronica, un cambiamento sottile ma sostanziale. Se prima infatti bastava averlo e si poteva formalmente rifiutare un pagamento (almeno per cifre sotto una certa soglia) ora non più.
Questo sarebbe dovuto avvenire a partire dal 1 luglio 2020. Alla multa prevista di 30 euro, per ogni pagamento rifiutato, si sarebbero dovuti sommare il 4% del valore della transizione per tutti i commercianti, artigiani e professionisti che avessero rifiutato una transizione elettronica.
Le sanzioni da quando saranno applicabili?
Le sanzioni in verità sono sempre esistite, tuttavia, non imponendo l’obbligo di pagamento con il POS, ma semplicemente rendendo il POS obbligatorio, non si poteva multare quell’esercente che non accettava i pagamenti elettronici, pur avendo un POS.
Proprio per questo motivo, capitava molto spesso di incorrere in commercianti che rifiutavano pagamenti elettronici, principalmente utilizzando la scusante che la commissione pagata avrebbe gravato eccessivamente sul suo guadagno. Altri ancora, anche se più rari, segnavano delle commissioni aggiuntive per chi voleva pagare tramite carta di credito o di debito.
Con la nuova legge del 2020 vi è l’obbligo di accettare tutti i pagamenti con bancomat o carta di credito. Anche per importi inferiori a 5 euro, lasciando la scelta del metodo di pagamento al cliente.
Nonostante il rinnovato obbligo di avere un POS la Legge di Bilancio 2020 ha eliminato una serie di provvedimenti proposti nella bozza. Niente sanzioni quindi per chi non avesse il POS obbligatorio o per chi si rifiutasse di accettare un pagamento elettronico. Si è creata quindi una situazione paradossale, c’è la legge, c’è l’obbligo ma se non si rispetta la legge non succede niente.
Rimane però la possibilità del consumatore di segnalare un rifiuto e così facendo scatteranno i controlli dell’Agenzia delle Entrate per quel commerciante.