Superbonus: cosa succede ora?

Superbonus: cosa succede ora?


Tutti coloro che si erano affidati al Superbonus 110% si trovano in una situazione di estrema incertezza. Vista la crisi economica e la difficoltà nel reperire i materiali edili, molti cantieri sono fermi. Inoltre, ultimamente si è parlato molto di cosa fare e di come intervenire in merito, con opinioni contrastanti. Quindi, alla fine cosa succede ora con il Superbonus? In particolare per coloro che hanno iniziato i lavori e non riusciranno a mantenere le scadenze? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Sbloccare i crediti

Tra le ultime notizie in merito al Superbonus troviamo l’emendamento di pochi giorni che per l’impegno a sbloccare i crediti edilizi rimasti bloccati sulla piattaforma dell’Agenzia dell’Entrate.

Superbonus
Cantieri e crediti sono bloccati

Era stato deciso di trovare un rimedio per permettere alle banche di cedere i crediti rimasti bloccati da mesi. Nel Decreto Aiuti, infatti, è riportato che le nuove disposizioni vanno applicate alle cessioni comunicate all’Agenzia dell’Entrate prima dell’entrata in vigore della legge di conversione.

Per una errata interpretazione del Decreto, tuttavia, sono state limitate le nuove disposizione, lasciando bloccati i crediti per mesi.

Fino a pochi giorni fa erano previsti tre diversi regimi temporali: dal 27 gennaio al 25 febbraio 2022 (ai quali si applicava il DLN 4/2022); dal 26 febbraio al 30 aprile 2022 (ai quali si applicava il DLN 13/2022 e la conversione del decreto legge Sostegni); mentre dal 1° maggio in poi entrava in vigore il Decreto Aiuto.

Quest’ultimo è arrivato il 16 luglio 2022, ma avrebbe dovuto avere effetti retroattivi, proprio per tutti i crediti a partire dal 1° maggio.

Superbonus: Emendamento del Decreto Semplificazioni Fiscali

Finalmente, per risolvere questo problema e sbloccare i crediti rimasti bloccati si è deciso per l’emendamento 40.0502 del Decreto Semplificazioni Fiscali (Decreto Legge n. 73/2022).

Superbonus
Superbonus e nuovo emendamento

Con tale emendamento vengono eliminati i regimi temporali, facendo in modo che tutti passano sotto quanto riportato nel Decreto Aiuti.

In realtà, l’emendamento, non è ancora ufficiale, ma dovrebbe arrivare entro il prossimo 20 agosto.

Tale emendamento aggiunge un Articolo al Decreto Aiuti, il quale dice:

Al fine di semplificare l’erogazione dei contributi straordinari, sotto forma di credito d’imposta, spettanti ai sensi dell’articolo 2, commi 1,2 e 3, del decreto legge 17 maggio 2022, n.50, convertito, con modificazioni, dalla legge del 15 luglio 2022, n.91, nonché al fine di consentire la corretta applicazione delle disposizioni relative alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura, il comma 3-ter dell’articolo 2 e il comma 3 dell’articolo 57 del medesimo decreto legge n.50 del 2022 sono abrogati”.

Il Superbonus genera debito pubblico?

Molte discussioni riguardano anche i reali benefici di tali agevolazioni. E da ciò nasce la domanda: Il superbonus genera debito pubblico?

Lo scorso 20 Luglio, Mario Draghi è intervenuto in Senato proprio in merito all’argomento: “Il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati: chi ha disegnato quei meccanismi di cessione senza discrimine e senza discernimento, lui o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto, bisogna tirar fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà”.

È davvero difficile capire di chi è la colpa di cosa. Le banche dovrebbero finanziare i lavori, i quali generano i crediti, ma queste devono adeguarsi di continui alle normative che cambiano. Nel frattempo i clienti, coloro che avevano deciso di iniziare i lavori riponendo le loro speranze nel Superbonus, rischiano di non portare a termine i lavori in tempo per rispettare le scadenze.

La situazione è forse sfuggita dal controllo ed ora cosa succederà? Al momento con il nuovo emendamento sembra essere giunti a una soluzione almeno per sbloccare i crediti rimasti incagliati nell’Agenzia dell’Entrate. Ma sarà sufficiente?